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Mortalium Animos

“Forse mai nel passato, come ai nostri giorni,   il mondo sentì vivo il desiderio di rafforzare ed estendere al bene comune dell’umanità quelle fraterne relazioni che, per identità di natura e di origine, ci uniscono, in quanto uomini, strettamente fra noi.”

Con queste parole inizia l’enciclica Mortalium animos di Papa Pio XI nel 1928. Oggi, 2022 (fra un mese 2023) possiamo ancora dire le stesse parole. Papa Francesco ha scritto la sua enciclica che comincia con le parole di San Francesco: “Fratelli tutti”, ma leggendo questi due documenti, troveremo un diverso atteggiamento sulla questione della fraternità umana.

In questi anni di pontificato di Papa Francesco, abbiamo visto tanti eventi inter-religioso ma il Mortalium animos n. 7 dice: “Stando così le cose, è evidente che non può la Sede Apostolica prendere parte a queste riunioni né è permesso in alcun modo ai cattolici  aderire  o  prestar  l’opera propria a tali iniziative; cosi facendo attribuirebbero autorità ad una falsa religione cristiana, assai diversa dall’unica Chiesa di Cristo. “

Questa posizione crea confusione tra i fedeli che vogliono invece conoscere e vivere la  volontà di Dio.  Due papi con due insegnamenti diversi. Come  è  possibile  ciò?  Sembra che Mortalium animos perda il suo  significato  profondo, che sia in un certo modo “ scaduto”…” fuori tempo”! Ma siamo sicuri di questo? Qui deve essere  applicato  il principio, “Par in parem potestatem non habet", cioè : Gli eguali non hanno potere l'uno sull'altro e l’ uno non annulla l’ altro. Nessuno, quindi, può sovrastare i suoi pari, né sminuirne il valore, per cui papa Pio XI ha lo stesso carisma e potere di quanto ne abbia papa Francesco.

Nel mondo di oggi, sembra che la verità su Dio, la sua volontà, non sia cosi importante da essere ricercata. L’importante sembra limitato al semplice fatto che noi viviamo in pace e gioia come “fratelli” in questo mondo, dimenticando che noi tutti siamo chiamati ad un'altra vita, la vita eterna con Dio. Dobbiamo ricordare che prima dell’ Ascensione Gesù dice “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato.” (Marco 16:15-16) Ma come possiamo attuare questa parola se crediamo che “Il pluralismo e le diversità di religione, di colore, di sesso, di razza e di lingua sono una sapiente volontà divina?”

Qui chiaramente si fa spazio e il nostro compito e il nostro dovere di predicare il Vangelo, che alla fine condurrà tutti gli uomini alla Verità ad essere battezzati. Non possiamo essere sinceramente fratelli di coloro che rifiutano il vero Dio rivelatoci da Gesù. San Giovanni il discepolo tanto amato ha scritto ampiamente sull'amore fraterno. Non ci resta che leggere la sua prima epistola. Egli scrisse: “Noi sappiamo che dalla morte siamo passati alla vita. La prova è questa: che amiamo i nostri fratelli. Chi non ama il prossimo è ancora sotto il dominio della morte. (I Giovanni 3:14) E dobbiamo amare sinceramente, “Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità.” (I Giovanni 3:18) ma ha anche scritto: “Se qualcuno viene a voi e non porta questo insegnamento, non ricevetelo in casa e non salutatelo, perché chi lo saluta partecipa alle sue opere malvagie. (2 Giovanni 10-11)” Queste parole risuonano davvero dure! “Chi va oltre e non rimane nella dottrina del Cristo, non possiede Dio. Chi invece rimane nella dottrina, possiede il Padre e il Figlio.”(2 Giovanni 9). Di chi si parla? Di coloro che non credono in Cristo! Ed ora vediamo le nostre Chiese cattoliche diventare sede di queste liturgie interreligiose. Ciò che Papa Pio XI scrisse in Mortalium animos nel 1929 non è la fede della Chiesa che ha un tempo di “scadenza”, un limite temporale! È la fede della Chiesa fin dai tempi apostolici, che aveva bisogno però di essere ribadita ed evidenziata in questi tempi moderni. Credo , in cuor mio, che qualsiasi altra dottrina in merito che venga insegnata al giorno d'oggi e contraria a quella convinzione non possa che essere non veritiera. quindi dovremmo ascoltare con attenzione ciò che l'apostolo Paolo aveva da dire: “Ma se anche noi stessi, oppure un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anàtema!” (Galati 1:8)

Scrivo questo come piccolo servitore della nostra Santa Madre Chiesa. Disposto ad offrire anche il mio sangue per la verità della nostra fede. Non è vantarsi di alcuna conoscenza, perché ciò che dico qui non proviene da me , ed è dettato solo dall’amore sincero verso i miei fratelli. Vi incoraggio a leggere e riflettere sull'enciclica Mortalium animos (ne inserisco una copia). Abbiamo bisogno di imparare la nostra fede, viverla e condividerla. Ho iniziato a scrivere questo riflessione il 3 dicembre 2022, festa di San Francesco Saverio, grande missionario e predicatore. La seconda lettura dell'Ufficio delle letture recita di questo giorno dice: “Moltissimi, in questi luoghi, non si fanno ora cristiani solamente perché manca chi li faccia cristiani. Molto spesso mi viene in mente di percorrere le Università d'Europa, specialmente quella di Parigi, e di mettermi a gridare qua e là come un pazzo e scuotere coloro che hanno più scienza che carità con queste parole: Ahimè, quale gran numero di anime, per colpa vostra, viene escluso dal cielo e cacciato all'inferno!” (Dalle «Lettere» a sant'Ignazio di san Francesco          Saverio, sacerdote (Lett. 20 ott., 15 gennaio 1544)

Ad maiorem Dei gloriam! Per la maggior gloria di Dio!


( 2023 ) Not to us, LORD, not to us, But to Your name give glory.
Huwag sa amin, Oh Panginoon, huwag sa amin, kundi sa iyong pangalan ay magbigay kang karangalan.
Non a noi, Signore, non a noi, ma al tuo nome dà gloria.
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